La Fondazione del Centenario della Banca della Svizzera Italiana e l’Archivio storico della Città di Lugano hanno presentato, nel novembre 2011 a Lugano, la ristampa anastatica dell’opera:
“Dizionario imperiale delle quattro principali lingue d’Europa”, di Giovanni Veneroni, Francoforte, 1700.
Sono intervenuti Stefano Prandi (Università di Berna) e Silvia Albesano (Istituto di studi italiani dell’USI), alla presenza di Giovanna Masoni Brenni (Capodicastero attività culturali), Marco Baggiolini (Fondazione del Centenario), Antonio Gili (Archivio della Città di Lugano).
Nel promuovere la ristampa del Dizionario imperiale si è inteso preservare e far conoscere una preziosa opera dell’Archivio storico della Città di Lugano, della quale esistono rare copie nelle biblioteche italiane ed europee. La ristampa contribuisce a far intendere storicamente “come si parlava tra Svizzeri” nei secoli XVIII e XIX, quando si dovesse passare dall’una all’altra regione linguistica o anche corrispondere tra le stesse; ma soprattutto – nei 150 anni dell’Unità dell’Italia – desidera portare il proprio contributo all’idea (maturata così spesso nella Svizzera italiana) dell’italiano come lingua del dialogo, dello scambio e della integrazione di popoli e civiltà, affinché questo «tesoro» sia fecondo e continui a promuovere l’apprendimento delle lingue e delle civiltà non tanto come fatica, ma come scoperta, e meraviglia.
Antologia di testi civili e politici pubblicati dalle stamperie della Svizzera italiana dall’età dei Lumi all’Unità d’Italia (Mursia Editore, 2007)
Quella raccontata nel volume Riforme, Rivoluzione, Risorgimento è una vicenda di battaglie ideali, di circolazione di elaborazioni dottrinarie e di programmi d’azione, di solidarietà tra élites culturali contigue per geografia, comunità d’interessi e intenti, di aspirazioni a riforme civili, di moti di popolo e – perché no? – di «complicità» nell’opporsi alla presenza politico-militare di potenze straniere nell’Italia del tempo.
Dalla fine del XVIII alla metà del XIX secolo i Baliaggi italiani della Confederazione e poi la Svizzera italiana giocano un ruolo fondamentale nella diffusione dei principi politici, economici e sociali di autori quali Carlo Cattaneo, Pellegrino Rossi, Giuseppe Mazzini, Giuseppe Ferrari, Giovanni Battista Pioda, Stefano Franscini e molti altri. Grazie alla relativa libertà di stampa concessa dai Cantoni sovrani della Confederazione, pretesa dai circoli liberali cantonali e infine garantita dalla Costituzione federale, le tipografie luganesi possono stampare difatti libri e pamphlets che contribuiranno in modo determinante alla diffusione di quel pensiero liberale che avrebbe cambiato radicalmente la storia politica europea, e in particolare quella italiana e contribuito allo sviluppo del Ticino stesso.
Riforme, Rivoluzione, Risorgimento è inteso dunque non solo a restituire il periodo glorioso della storia di queste stamperie e il contributo dato al Risorgimento italiano, ma soprattutto a mettere in luce tutta la complessità e la ricchezza del dibattito di quel periodo: programmi sulla strutturazione degli stati, proposte sulle forme di governo, teorie sulle relazioni tra poteri, suggestioni di riforma, proposte per il riordino della geopolitica europea.
Temi che, in molti casi, sono ancora oggi al centro del dibattito politico e rendono per molti rispetti il volume tuttora attuale.
Svizzera, Terra d’Asilo di Renata Broggini raccoglie una vasta documentazione storica sui rifugiati italiani in Svizzera dopo l’8 settembre 1943 e fu promossa nel 1993 dalla Fondazione.
Dopo l’8 settembre 1943, ai valichi del confine italo-svizzero, si affolla la moltitudine di quanti tentano di sottrarsi alle drammatiche conseguenze degli eventi che stanno decidendo le sorti dell’Europa. Alla Svizzera tocca il non facile compito di affrontare questo vero e proprio esodo di massa. Grazie agli spazi e agli strumenti di espressione offerti con libertà dagli ospiti svizzeri, l’esperienza dell’esilio fu un laboratorio di idee, di confronto e di dibattito per la formazione di gran parte della classe dirigente chiamata a edificare l’Italia repubblicana.
Questa ricerca bibliografica collettiva dei rifugiati è stata realizzata grazie al contributo della Fondazione in riconoscimento dell’inestimabile apporto di cultura, valori, sentimenti, recato da tante persone in cambio dell’ospitalità offerta dalla Confederazione: grazie agli spazi e agli strumenti di espressione offerti dagli ospiti svizzeri, l’esperienza dell’esilio fu un laboratorio di idee, di confronto, di dibattito per la formazione della classe dirigente.
Nel 1973, anno del Centenario della BSI, il Consiglio d’Amministrazione, per mezzo della sua Fondazione, creata appunto per festeggiare la ricorrenza, si onora di ripresentare in veste moderna e pregiata il libro più caro alla storia civile del popolo ticinese: La Svizzera italiana di Stefano Franscini, curata da Piero Chiara.
La Svizzera italiana fu l’opera statistica più matura di Stefano Franscini, in cui volle rappresentare “lo stato vero e reale del Paese”. Attraverso la ristampa, affermò Piero Chiara, si volle “rendere omaggio ad un Uomo che fu esempio di disciplina morale e di fedeltà al proprio compito. E nello steso tempo mantener viva la memoria delle faticose vigilie e dei modesti principi che sono all’origine delle presenti condizioni di libertà e di benessere”.