Biografia
Nato a Roma il 7 giugno 1953 da genitori italo-svizzeri (padre) e italo-brasiliani-greco-egiziani (madre). Dopo un periodo di formazione universitaria e post-universitaria (1971-1975: studi di orientalismo e antropologia in Italia; 1975-77: specializzazione e dottorato di stato in Cina), comincia un’attività di ricerca e insegnamento in Italia (1977-1980: ricerche sul campo, pubblicazioni di etnologia, etnomusicologia e antropologia visiva; seminari, corsi universitari di etnomusicologia).
Dal 1980 intraprende un’attività di critico e storico del cinema (articoli e saggi per quotidiani e riviste in Italia, Francia, Paesi Bassi e Svizzera; volumi e saggi per pubblicazioni di storia del cinema in Italia, Francia, e Spagna). Tra il 1982 e il 2007 crea e dirige collane di libri di cinema presso diversi editori (in Italia, Paesi Bassi e Svizzera), cura personalmente volumi antologici di saggi e altre pubblicazioni monografiche; tra le principali: Ombre elettriche. Saggi e ricerche sul cinema cinese, Electa, 1981; Il manifesto cinematografico cinese, Electa, 1981; CinemAsia, Marsilio, 1983; Le avventurose storie del cinema indiano, Marsilio 1984; Schermi giapponesi, Marsilio 1985; Il Nuovo Cinema Cinese, Di Giovanni Editore; Racconti crudeli di gioventù. Il Nuovo Cinema Giapponese, Lindau, 1986; Taiwan: Nuove Ombre Elettriche, Marsilio, 1987; Ombre elettriche. Cento anni di cinema cinese, Electa 2005. È autore dei capitoli sul estremo-orientale per la Storia del cinema (sotto la direzione dei Proff. Gian Piero Brunetta e Lino Micciché), Curcio Editore, Roma 1985-1987) e sul cinema cinese per la Historia del cine (Editora Catedra, Barcelona 1991-94).
Autore e sceneggiatore di documentari sul cinema (per la RAI e la TSR – Televisione svizzera romanda), tra il 1982 e il 1989 inizia le sue prime collaborazioni come assistente e attore sui set cinematografici di lungometraggi di fiction (tra gli altri, per due “padri fondatori” del Nuovo Cinema: il francese Jean Rouch e l’hongkonghese Allen Fong).
Dal 1978 prende progressivamente forma un suo nuovo profilo come “fabbricante di festival”. Dopo aver collaborato con diversi festival europei (anche come curatore di programmazioni monografiche), crea e dirige nel 1982 a Torino il primo grande festival del capoluogo piemontese, “Ombre elettriche” (la grande retrospettiva della storia del cinema cinese in 135 film), passando poi alla Mostra Internazionale del Nuovo Cinema (Pesaro) come responsabile della programmazione prima (1983-1985), e poi come direttore del festival (1986-1989). Collabora in varie forme alle selezioni della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia dal 1980 al 1994 (in particolare per la ricerca e la pre-selezione di film asiatici).
Dal 1989 al 1991 è direttore del Festival di Rotterdam e in quel contesto crea lo Huub Bals Fund e il Coproduction Workshop (attualmente denominato “Cinemart Projects”), due strumenti che svolgeranno un ruolo detrminante, in Europa e nel mondo, nell’assicurare sostegno finanziario e “culturale” ai progetti di cinema indipendente del Sud e dell’Est.
Dal 1991 al 2000 dirige il Festival internazionale del film Locarno, rinnovandone dalle fondamenta i criteri di programmazione (e raddoppiando le dimensioni dello schermo della Piazza Grande, che diventa così la più straordinaria arena d’Europa). Accanto alle numerosissime “rivelazioni” di registi alle loro prime opere, che poi diverranno celebri a livello internazionale, così che cresce progressivamente la credibilità del festival elvetico, si distingue anche il lavoro di fondo sulle retrospettive: il complesso di proiezioni e dibattiti animate da Jean-Luc Godard attorno alla prima mondiale del complesso delle sue Histoire(s) du cinéma; la revisione incrociata di 50 anni di “cinema americano vista dai suoi autori” firmata da Coppola, Scorsese, Eastwood, Allen, Bigelow, Jarmusch, Carpenter, Lynch, Van Sant, Ferrara, Woo e altri “grandi” del cinema USA; l’integrale di Joe Dante completata dal panorama dei registi “seconda generazione” della scuola di Roger Corman; le prime e mai replicate vere integrali di Marco Bellocchio (con la prima mostra dei suoi schizzi e disegni preparatori per il cinema), Abbas Kiarostami (con la prima mostra dei suoi acquarelli e delle sue foto) e Youssef Chahine; la scoperta di 30 capolavori del cinema sovietico, fatti sparire dalla censura e mai “liberati”.
Parallelamente alla sua attività di direttore della storica manifestazione sulle rive del Verbano, crea e dirige tra il 1992 e il 2002 la Fondazione Montecinemaverità (che rielabora alla luce delle nuove prospettive di cooperazione cinematografica i presupposti dello Huub Bals Fund).
Tra il 1998 e il 2002, e poi di nuovo dal 2004 svolge l’attività di responsabile del Dipartimento Film e Video di Fabrica (centro di ricerca sulla comunicazione del Gruppo Benetton), dove si occupa della formazione di nuovi cineasti e videasti. In questo contesto si precisa il suo nuovo profilo di produttore cinematografico – per Fabrica Cinema, la struttura di produzione che crea come strumento che possa affiancare il Dipartimento. Tra le sue produzioni per Fabrica Cinema, due cortometraggi di borsisti di Fabrica (Afterwords, Venezia 2000, e Prima esperienza di morte, Cannes 2002) e nove lungometraggi di nuovi registi o di registi considerati “scomodi” nel loro paese: tre sono i film coprodotti, Viaggio verso il sole di Yesim Ustaoglu (Turchia), due premi a Berlino 1999; Moloch di Aleksander Sokurov (Russia), premio per la sceneggiatura a Cannes 1999; Adanggaman di Roger Gnoan M’Bala (Costa d’Avorio), Venezia 2001, due premi al festival panafricano di Ouagadougou 2000; sei sono i film prodotti, Diciassette anni di Zhang Yuan (Cina), Leone d’argento per la regia a Venezia 1999; Lavagne di Samira Makhmalbaf (Iran), premio speciale della giuria a Cannes 2000; La bestia dalle sette teste di Lais Bodansky (Brasile), premio dei giovani a Locarno 2000 e 32 premi in Brasile e in America Latina; No Man’s Land di Danis Tanovic (Bosnia), premio per la sceneggiatura a Cannes 2001, Oscar 2002 per il miglior film straniero; Il voto è segreto di Babak Payami (Iran), Leone d’argento per la regia a Venezia 2001; L’angelo della spalla destra di Jamshed Usmonov (Tagikistan), Cannes 2002 (Premio della critica al London Film Festival, Premio Speciale della Giuria al Filmex di Tokyo). Sta attualmente producendo per Fabrica Cinema Global World, opera prima del regista teatrale (leader del Teatrino clandestino) Pietro Babina e Campania!, un documentario del regista cinese Zhang Yuan (sceneggiato dal grande scrittore Mo Yan). Per la primavera 2008 metterà inoltre in cantiere, prodotti da Fabrica Cinema e dalla Oneart di Bruno Benetti, la produzione di altri due lungometraggi, 5 è il numero perfetto di Egidio Eronico (dall’omonimo romanzo a fumetti di grande successo firmato da Igort) e il “documentario di fantascienza” Hinterlands di Gianfranco Rosi.
Nell’inverno 2002, è per sua iniziativa che nasce a Bologna la Fondazione Officina Cinema Sud Est, costruita sul modello delle due fondazioni che aveva creato e diretto nei Paesi Bassi e in Svizzera. La Fondazione (di cui è stato Vice Presidente sino all’aprile 2004) si proponeva di stimolare la crescita di partenariati tra l’industria cinematografica italiana e il cinema dei paesi del Sud e dell’Est. Sempre a Bologna, crea nel 2003 l’Associazione Lus, un consorzio di compagnie teatrali e collettivi di videasti che vuole funzionare come incubatore di progetti di opere prime e seconde.
Dalla primavera 2002 all’aprile 2004 è stato Presidente di Downtown Pictures (Bologna), nuova casa di produzione e centro di iniziative audiovisive a tutto campo, ma con un’attenzione particolare per i nuovi cineasti e le nuove realtà del cinema e degli audiovisivi. La sua prima produzione per Downtown è il film turco-greco-cipriota Çamur (Fango) di Darvish Zaim (Premio UNESCO, Mostra di Venezia 2003), a cui seguono Solnce (Il sole/The Sun) del russo Aleksandr Sokurov (Berlino 2005), Face Addict (id.) di Edo Bertoglio (Locarno 2005), Kanshangqu hen mei (La guerra dei fiori rossi/Little Red Flowers) del cinese Zhang Yuan (Sundance/Berlino 2006) e, prodotto assieme a Angelo Curti di Teatri Uniti, Grido, primo lungomentraggio in bilico tra documento e fiction del regista teatrale Pippo Delbono (Cinema-Festa di Roma, 2006). All’inizio dell’estate 2003 costituisce in Svizzera, assieme a un gruppo di “business angels”, una casa di produzione elvetica, la Riforma Film (Lugano), che lascia nell’ottobre 2007. Questo gli consente di dar vita, assieme ad altri quattro case di produzione ticinesi, all’APICE, raggruppamento di produttori indipendenti della Svizzera di lingua italiana. Per la Riforma Film ha sviluppato il progetto Le Valli della Paura, primo lungometraggio del ticinese Mihaly Gyorik (dai racconti del romagnolo Eraldo Baldini).
Mario Botta lo chiama nel 2002 a tenere il corso di Storia dell’Arte (Storia delle forme cinematografiche) presso l’Accademia d’Architettura dell’Università della Svizzera italiana, che diviene successivamente il corso di “Stili e tecniche del cinema”, quando la docenza si sviluppa sino a dar forma al progetto di un modulo di Production Design. Dalla primavera 2007, infine, è Professore Titolare della cattedra di “Stili e tecniche del cinema”.
Nel corso del 2003, elabora il progetto del “Barbarano Cine Lab”, laboratorio pratico-teorico di cinema da lui diretto, che ha tenuto corsi e officine di regia e sceneggiatura tra la primavera 2004 e la fine inverno 2005 a Barbarano Romano (VT), con il sostegno della Regione Lazio, della Provincia di Viterbo e del Fondo Sociale Europeo. Viene chiamato nel 2003 a Presiedere il CISA (Conservatorio Internazionale di Scienze Audiovisive di Lugano). Alla morte del fondatore del CISA, Pio Bordoni, svolge ad interim e sino alla primavera 2007 una funzione di supervisione della scuola.
Dall’aprile 2004 è il direttore del Settore Cinema della Biennale di Venezia e della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica.